Paul Cezanne diceva “E’ necessario affrettarsi se si vuole vedere qualcosa, tutto scompare”. E la capacità di cogliere l’essenza del momento non è da tutti, ma di Jean-Pierre Laffont sì!
Jean- Pierre Laffont oltre lo scatto: un’osservazione critica che porta con sé un’immensa gratitudine e si percepisce in ogni straordinario scatto
di Francesca Anzalone
Dal 17 febbraio al 30 maggio, dalle 16:00 alle 20:00 dal mercoledì alla domenica è possibile visitare la mostra fotografica Turbulent America di Jean-Pierre Laffont, due intere sale dedicate a tre decenni di scatti volti a cogliere lo spirito americano, in un periodo di fervente cambiamento. Parliamo degli anni’60 fino alla fine degli anni’80, in un viaggio di osservazione critica che restituisce una profonda gratitudine.
Una mostra che ti cambia. Una mostra che ti accompagna per mano nelle emozioni americane, che a tratti ti schiaffeggia, ti apre gli occhi, ti fa ricordare quanto il passato sia presente e bisbiglia all’orecchio, osserva e rifletti.
Queste le sensazioni provate visitando la mostra, in un’ora e mezza in cui non avrei voluto uscire, avrei voluto conoscere la storia di ciascun momento, ancora di più, rispetto alle esaustive didascalie che arricchiscono le immagini. Le armi che compaiono in molti scatti, nelle mani di bambini, in quelle dei detenuti che “possono sorvegliarsi vicendevolmente”, che fanno da contraltare a immagini di Martin Luther King in un raduno di pace nel 1967 con la costruzione delle Nazioni Unite riflessa nei suoi occhi. La Statua della Libertà in restauro accanto alle Torri Gemelle che ci proiettano in un recente passato. Mi siedo e osservo e ascolto una proiezione che mi mostra la sedia elettrica a Sing Sing, Kennedy. Mi alzo e mi trovo davanti a due sportivi vincitori olimpici di molte medaglie che si baciano. Ad ogni scatto un’emozione, un condividere un’osservazione acuta e pronta a cogliere ogni dettaglio. E poi lui Alì, nel 1971 e nel 1975 nei suoi più importanti momenti. Ma non è il ring ma l’arrivo del pugile, perché per un disguido Laffont non ha l’accredito per fotografare il match. Ritratti che colgono l’essenza dell’emozione, scene che ci fanno vivere fermento, un viaggio che affonda uno sguardo attento e critico ma che ci restituisce immagini riconoscenti. Perché la possibilità di esserci stato traspare in ogni scatto.
Velocità, politica, diritti, eroi, indigenti, manifestazioni, rivolte … un turbinio di eventi e di passaggi importanti che ritraggono l’essenza americana.
Per saperne di più sulla mostra: https://www.comune.venezia.it/it/content/turbolent-america-jean-pierre-laffont
Il sito ufficiale: http://www.jplaffont.com/